Palos
Verdes, California, Base dei Vendicatori Costa Ovest.
Quicksilver corre.
Davanti a lui, come spuntati dal nulla, ci sono almeno una dozzina di
supercriminali. Non se ne cura e passa oltre loro, come una palla da bowling
farebbe con dei birilli. Il suo solo pensiero è per sua figlia Luna, che sta
piangendo seduta accanto al corpo svenuto della sua tata inumana, Maya.
Sulla sua strada
ecco apparire Lockjaw, il cosiddetto cane degli Inumani, che emana un forte
bagliore.
Quasi
inconsciamente Quicksilver esclama:
-Cosa diavolo stai
facendo stu…
In un accecante
bagliore sia lui che il cane degli Inumani sono scomparsi.
New
York, New York, di fronte alla Base dei Vendicatori Est.
-… pido animale?-
Un semplice
sguardo basta a Quicksilver per capire che non è più a Los Angeles. Quello che
vede dall’altra parte della strada è il Palazzo dei Vendicatori, la storica
sede della Costa Est, devastato da potenti esplosioni e quelli che stanno
circondando la base sono un bel po’ di supercriminali guidati nientemeno che…
dal Barone Zemo.
Si: questa è
proprio New York e le cose stanno andando di male in peggio. Forse c’è stato
del metodo nel comportamento di Lockjaw, ma… cosa potrà mai fare lui da solo
per salvare sua figlia e tutti i Vendicatori di entrambe le coste?
Proprio in quel momento Il Barone Zemo è
uscito dalla Base dei Vendicatori, mostrando come macabri trofei le teste
mozzate di Jocasta e Machine Man.
Attorno a lui, i Signori del Male si
preparano al contrattacco. Fixer, Melter, Gargoyle, il Super Adattoide, Nitro, l’Uomo
Assorbente, Titania, il Controllore, Klaw e lo Squalo Tigre sono pronti a
ricominciare la battaglia e tra le rovine c’è solo un Vendicatore a
contrastarli: Songbird.
-Essere immortale comincia a sembrarmi meno
problematico – mormora la ragazza.
-Non deve per forza esserci lotta fra noi,
Melissa.- le si rivolge Zemo con la mano tesa –Ritorna al mio fianco, il tuo
posto è con noi, non con questi sedicenti eroi.
L’idea potrebbe sembrare allettante e
Melissa Gold deve ammettere con se stessa di considerarla almeno per un po’…poi
pensa ai suoi amici caduti, alla fiducia che le hanno accordato e capisce che
non intende tradirla, a qualunque costo.
-Mi dispiace, Barone, ma… Vendicatore una
volta, Vendicatore per sempre.
-Sigh… peccato… per te. Miei Signori del
Male, non perdete tempo: attaccatela!
Dev’essere così che si deve essere sentito
Davy Crockett durante l’attacco finale ad Alamo, pensa Songbird, mentre si
prepara a reagire, poi… una scia blu appare all’improvviso e Songbird sente un
forte braccio afferrarla alla vita e contemporaneamente si sente mancare il
fiato, mentre sente che qualcosa o qualcuno la sta portando via. Agli sguardi
stupefatti dei supercriminali è semplicemente scomparsa dalla scena.
Non molto lontano da lì Melissa comprende
cosa è successo e che a portarla via è stato…
-Quicksilver! Cosa ci fai qui?
-In breve? Ci hanno attaccato i Signori del
Male, tutti i Vendicatori Ovest sono stati catturati, Lockjaw mi ha portato qui
ed ora ci siamo solo noi due contro tutti loro.
-Non potremmo mai farcela da soli contro 40
e forse più supercriminali.- fa notare Songbird -Credo che non ci rimanga altra
scelta che cercare aiuto tra i Vendicatori di riserva, se ce n’è rimasto
qualcuno ancora libero, e tra gli altri supereroi cittadini.
-Il mio primo istinto sarebbe quello di
tornare indietro e cercare di liberare almeno le mie sorelle, mia moglie, mia
figlia e mio nipote…- replica Pietro -… ma hai ragione tu: sarebbe un suicidio.
Ci serve un piano d’attacco ed un po’ d’aiuto se vogliamo riuscire a
sconfiggere Zemo ed i suoi alleati.
-Che fine ha fatto il Quicksilver impulsivo
e testa calda di cui mi hanno tanto parlato?
Quicksilver abbozza un sorriso amaro e
risponde:
-È
maturato… e forse è diventato anche più saggio… ma non andare a dirlo in giro o
mi rovinerai la reputazione.
Melissa Gold sorride a questa specie di
dimostrazione di senso dell’umorismo. Ce la faranno, si dice, Zemo non ha
ancora vinto, non quando anche un solo Vendicatore è ancora libero. Per ora lei
e Quicksilver sono costretti a fuggire, ma, da soli o con dei rinforzi, presto
torneranno e stavolta vinceranno. Deve crederlo a tutti i costi.
#75
RITIRATA STRATEGICA
di Carlo Monni e Fabio
Furlanetto
Base
dei Vendicatori
Di fronte alla villa si è radunata una gran folla di giornalisti e curiosi, ansiosi di assistere ad un’appassionante battaglia tra eroi e criminali... e che ora si ritrovano senza niente di interessante da vedere se non il Barone Zemo, che osserva contrariato la situazione.
-Barone, una sua dichiarazione? – chiede un giornalista avvicinando il più possibile un microfono.
-Quali sono le sue richieste? Ha intenzione di chiedere un riscatto? – domanda un altro, quasi coperto dal rumore delle decine di macchine fotografiche che scattano.
Zemo è disgustato; questa non è nient’altro che plebaglia, facilmente distratta e divertita dalle gesta dei propri moderni gladiatori.
-Americani!- esclama con disprezzo -Dragon Man, Adattoide, disperdeteli e tornate dentro.
Alle parole del loro attuale padrone, i due esseri artificiali si scatenano. Dragon Man ruggisce una terrificante fiammata proprio sopra le teste dei giornalisti: il Super-Adattoide non emette un singolo suono, mentre scatena una piccola tempesta di fulmini.
Mentre ritorna
all’interno dell’indistruttibile bolla di pseudoplastica che avvolge
-Zemo, perché nasconderci qui dentro? Avevi promesso di lasciarmi uccidere quella maledetta ladra – protesta Klaw, appoggiando la mano di suono solido sulla spalla del leader dei Signori del Male.
-Avrai modo di
vendicarti di Songbird a tempo debito, Klaw; ho altri piani per te, al momento.
Signori del Male, ascoltatemi!
-Ehm, mister Zemo, signore? – alza la mano Melter – Questa è New York. Che facciamo se incontriamo qualche super-eroe che non è un Vendicatore?
-Uccidetelo, ovviamente. Devo pensare a tutto io?
Da
qualche parte sui tetti di Manhattan
Natasha Romanoff, altrimenti nota come
Delle braccia
forti e pelose la trattengono, impedendole di cadere dal cornicione e tirandola
verso il tetto. I suoi occhi incontrano quelli di un essere il cui corpo è
quello di una scimmia antropomorfa, sebbene rivestito di un costume azzurro che
gli lascia scoperte braccia e gambe.
-Non mi hai dimenticato, immagino.- dice
l’essere, mentre la sua poderosa mano le stringe il collo, tenendola
contemporaneamente sollevata a mezz’aria.
In effetti, Natasha lo riconosce immediatamente: è il mutante noto come il Mandrillo, proprio perché è identico nell’aspetto a quella particolare scimmia. C’è stato un tempo in cui è stata preda del più particolare potere di quella creatura: ammaliare le donne e farsi obbedire da loro.[2] Anche adesso sente che ci sta riprovando, ma stavolta lei è in grado di resistergli. E lui, chissà come, se ne accorge.
-Lo immaginavo che il mio potere non avrebbe funzionato di nuovo su di te.- dice in tono amaro –Peccato. Ora sarò costretto a consegnarti a Zemo.
-Zemo?- Natasha fatica a parlare con la gola stretta nella morsa del Mandrillo –Che c’entra lui?
-Non lo sai ancora? Ha reclutato dei nuovi Signori del Male per distruggere i tutti i Vendicatori. Ho accettato di unirmi a lui perché a me ed ai miei attuali alleati faceva comodo che i maggiori supereroi cittadini fossero spazzati via e per assicurarmi che i loro piani non interferissero con i nostri. Avrei preferito averti dalla mia parte, ma il fatto che puoi resistere al mio potere sulle donne cambia la situazione.
-Grazie per la spiegazione, mi è stata molto
utile.
Velocissima
-Non avrai davvero creduto di mettermi fuori
combattimento così facilmente?- le si rivolge.
-A dire il vero, ci speravo.- replica
-Sono io che sono venuto solo, ma non
importa. Sei solo una donna e non puoi resistere alla mia forza ed agilità.
-Questo è un commento dannatamente sessista.
Che ne penserebbe Nekra?
-Non nominarla. Questa è una cosa tra me e
te.
Con un urlo il Mandrillo cade verso il suolo
e Natasha lo perde di vista. Poco dopo ode un sordo rumore. Guarda di sotto e
riesce a malapena a vedere il corpo del Mandrillo sul tetto di un’auto. Morto?
Lo ha creduto troppe volte per esserne sicura sino ad un’autopsia e forse
nemmeno allora.
Intanto… cosa aveva detto di un piano di
Zemo contro i Vendicatori? Forse vale la pena di indagare.
Harlem
Il Senatore di Stato Samuel T. Wilson segue
con preoccupazione il notiziario: con tutto quello che sta succedendo nella sua
vita, sia come politico che come Falcon,[3]
l’ultima cosa di cui ha bisogno è l’ennesimo tentativo di vendetta di Zemo.
Mentre indossa il proprio costume alato non
può fare a meno di pensare a Steve Rogers, il primo Capitan America, ed a
quanto avesse tentato di farlo sentire a suo agio nei Vendicatori. Si chiede
dove sia ora Steve... anche se ha lasciato lo scudo alla nuova generazione, lo
conosce abbastanza da immaginarselo correre in soccorso dei Vendicatori con
chissà quale costume d’emergenza… se ne fosse in grado.[4]
Il nuovo Capitan America non è da meno,
questo lo sa, ma sa anche che Jeff si trova ancora in Inghilterra. Quindi non
pensa neanche a come scusare la propria assenza, ci penserà in seguito: ora
apre la finestra e si lancia, librandosi in aria. Il fido Redwing sta volando verso di lui,
senza bisogno di ordini o richiami grazie al loro legame mentale.
Il falco non fa però in tempo a raggiungere
il proprio padrone, bloccato da una trentina di pipistrelli che ne disturbano
il volo.
-Pipistrelli? A quest’ora del giorno?
Falcon si avvicina a Redwing per aiutarlo a
liberarsi di quella specie di topi volanti, ma si ferma quando qualcosa taglia
una delle ali meccaniche del costume; niente di irreparabile, ma qualche
centimetro più in alto ed avrebbe perso il braccio.
L’oggetto torna rapidamente in mano a chi
l’aveva lanciato: un uomo in costume blu e viola che resta a mezz’aria grazie
ad un paio di stivali-jet. Al suo fianco un uomo in costume bianco e blu a
cavallo di una piattaforma volante a forma di pipistrello.
-Idiota, avresti dovuto usare uno dei
boomerang esplosivi! – lo rimprovera Blackwing.
-Non dirmi come devo fare il mio lavoro, i
razorang costano molto meno dei bangrang! – replica Boomerang, lanciando un
sonarang verso Falcon.
Il boomerang che emette un incredibile
frastuono manca Falcon di qualche centimetro, ed entrambi i criminali sono
abbastanza lontani da permettergli di raggiungere Redwing e disperdere i
pipistrelli con una serie di movimenti delle ali.
-Se Zemo pensa che possiate fermarmi solo
perché anche voi due potete volare, mi ha decisamente sottovalutato – li
schernisce Falcon, preparandosi all’attacco.
Il sonarang ritorna al mittente, e Falcon lo
taglia a metà con un colpo d’ala… ricevendo una scossa elettrica abbastanza
potente da fargli perdere i sensi e cortocircuitare il suo costume. Blackwing
lo afferra prima che precipiti al suolo: di certo Zemo li ricompenserà meglio
per una preda viva.
-Un electrorang legato ad un sonarang! Sono
un genio! – si esalta Boomerang.
-Ed hai un pessimo gusto per dare i nomi
alle...hey, dov’è finito il falco?
Contea
di Arlington, Virginia.
Chi non vorrebbe vivere in un castello?
Specie in uno che è quasi l’esatta replica di un antico castello inglese, solo
che questo si trova sulle rive del fiume Potomac e non da qualche parte
nell’Inghilterra sud occidentale. A farlo costruire è stato un uomo di nome
Nathan Garrett, che, oltre ad essere un nobile inglese era anche un
supercriminale col nome di Cavaliere Nero. Perché ha perso tempo e soldi per
costruire questo castello? Si chiede la giovane donna bionda, che risponde al
nome di Carol Danvers, la cui gamba destra è rinchiusa in un tutore ortopedico[5] e
che cammina servendosi di stampelle. Megalomania o cos’altro? Chissà che ne
pensa suo marito: Dane Whitman, l’attuale Cavaliere Nero.
-Ha bisogno di aiuto, milady?- la voce del
maggiordomo la fa trasalire. Carol è cresciuta nella casetta in periferia di
suo padre e l’idea di essere servita e riverita da un maggiordomo la fa sentire
a disagio. Anche quando era nei Vendicatori non si era mai del tutto abituata
alla pur discreta presenza di Jarvis.
-No, grazie.- risponde e raggiunge l’ampio
salotto, dove suo marito sta guardando
-Hanno attaccato le basi dei Vendicatori.
Forse dovrei correre a New York e vedere se posso dare una mano.
-Bene, non vedo l’ora di uscire un po’ da
questo posto- replica Carol, chiaramente ansiosa di tornare a volare come Miss
Marvel.
-Non se ne parla nemmeno.- ribatte Dane
Whitman. -È ancora troppo presto, la tibia non si deve essere ancora saldata
bene e…
Prima che possa continuare, ecco che una
parete viene sfondata ed entrano Titania e l’Uomo Assorbente.
-Dov’è il Cavaliere Nero? Zemo ha detto che
sarebbe stato qui.- esclama quest’ultimo.
Vogliono lui? Pensa Dane. Doveva aspettarsi
che uno come Zemo avrebbe intuito la connessione tra il nipote dell’originale
Signore del Male ed il nuovo Cavaliere Nero. Mantenere un’identità segreta non
è poi così facile come crede qualcuno. La sua mano sfiora un’antica spada
appesa alla parete. Se solo fosse la sua Lama d’Ebano, troppo lontana per
poterla raggiungere in tempo senza un diversivo.
Coincidenza od automatica coordinazione tra
due persone che hanno imparato a conoscersi molto bene? Non lo sapremo mai, ma
fatto sta che nello stesso momento Carol Danvers attiva la trasformazione in
Miss Marvel ed il risultato è un lampo di luce che acceca i nuovi arrivati e
permette ad un preparato Dane Whitman di correre fuori dal salone in una stanza
vicina. Quando sia Titania che suo marito riacquistano l’uso della vista,
davanti a loro ci sono il Cavaliere Nero e Miss Marvel… la cui gamba destra
continua ad essere rinchiusa nel tutore ortopedico.
-Ah siete qui, allora.- dice Crusher Creel
-Quel lampo doveva essere una specie di trucco magico per chiamarvi.
-Pensala come ti pare, ma intanto beccati
questo.- ribatte Miss Marvel precipitandosi in volo verso Creel e colpendolo
con un diretto… che non lo scuote nemmeno.
-Non male, ragazza.- dice sogghignando –E se
lo dico che sono stato picchiato da veri esperti, puoi crederci. Non male, ma
non abbastanza. Non hai fatto altro che consentirmi di assorbire la tua forza.-
con velocità insospettabile l’Uomo Assorbente la afferra per i polsi e la tiene
sollevata - Zemo mi aveva detto che potevi esserci anche tu. Eri la biondina
con la gamba rotta, giusto? Vorrei avervi visto meglio in viso… ma in fondo che
me ne importa?-
Miss Marvel lotta, ma Creel sta usando il
suo stesso potere contro di lei. I polsi le fanno male e la gamba sta
cominciando a pulsare.
-Skeeter, tesoro, occupatene tu- dice Creel
sbattendola contro Titania –Io mi occupo del tipo col mantello.
Il pugno di Titania arriva troppo veloce
perché Carol riesca ad evitarlo, così si ritrova proiettata contro una parete,
vi sbatte contro e perde i sensi. Se fosse in grado di pensare autonomamente
Titania sarebbe stata delusa dalla velocità della lotta, ma da quando un disco
di controllo del Controllore è stato impiantato alla base del suo cranio, Mary
“Skeeter” McPherson Creel non ha più una volontà sua.
Nel frattempo suo marito sta fronteggiando
il Cavaliere Nero.
-Bada a te, Uomo Assorbente…- sta dicendo
–Se hai fatto del male a Ca… a Miss Marvel, io…
-Mi hanno sempre annoiato questi discorsi.
Se vuoi usare quella spada nera su di me, fallo e basta.
Il Cavaliere Nero esita. Ci sono due cose
che sa benissimo: che se dovesse spillare il sangue di Crusher Creel
rischierebbe di attivare la maledizione della Spada d’Ebano, quale che essa sia
adesso, e che, comunque rischierebbe di far assorbire a Creel le proprietà
della Lama ed è un altro rischio che non può correre. D’altra parte, come può
combatterlo e sconfiggerlo senza venire in contatto fisico con lui? Come ci
sono riusciti gli altri eroi?
Mentre medita su questo, è lo stesso Uomo
Assorbente a risolvere uno dei suoi dilemmi, afferrando a mani nude la spada.
Immediatamente il potere della Lama d’Ebano
fluisce in lui e con esso visioni di antiche stelle, di un vecchio stregone con
la barba bianca che sussurra parole incomprensibili, di una specie di gigante
coperto da un’armatura nera simile a quella del Cavaliere Nero ed il cui volto
è solo nera oscurità. Tutto questo dura solo un battito di ciglia, poi il corpo
di Creel è preda di una violenta scossa e lui si ritrova riportato alla
normalità e seduto sul pavimento di pietra. Il Cavaliere Nero, invece, giace
svenuto davanti a lui.
-Ma guarda un po’!- esclama –Questa… cosa
dev’essere di origine magica, ma l’incantesimo che la protegge si è ritorto su
Sir Lancillotto. Meglio per me che sono più duro di lui.- Creel si guarda
intorno e scuote la testa –In fondo mi dispiace…- dice rivolto all’esanime
Cavaliere Nero -… non c’è l’ho con te e la biondina, ma questo è l’unico modo
per liberare Mary e riavere mia figlia ed è la sola cosa di cui m’importi.
Non che la cosa faccia una gran differenza
per il Cavaliere Nero e Miss Marvel.
Hell’s
Kitchen, Manhattan
Il Consultorio Legale Gratuito Karen Page è
un’aggiunta relativamente recente a questo movimentato quartiere, ma si è già
guadagnato il rispetto della comunità. L’uomo di colore che sta osservando la
facciata dell’edificio riflette su quanto potrebbe cambiare questo paese se
solo ci fossero più persone come Matt Murdock, l’avvocato cieco che sta
accompagnando al consultorio.
Ovviamente Matt non ha bisogno di aiuto
perché, anche se cieco, i suoi sensi sono acuti come quelli di nessun altro:
sotto la giacca e la cravatta impeccabili c’è il costume di Devil, l’Uomo Senza
Paura, guardiano di Hell’s Kitchen. E l’uomo di colore lo sa benissimo perché,
anche se ora si sta spacciando per l’insegnante Luke Charles, in realtà il suo
vero nome è T’Challa e la sua vera identità è quella della Pantera Nera,
sovrano di Wakanda.
Non usava l’identità di Luke Charles da
anni, ormai, ma gli era sembrata una buona idea rispolverarla per portare allo
scoperto il suo vecchio nemico Lupo Bianco.[6] Un
paio di volte, sia quando era arrivato al Consultorio, sia in seguito, quando
aveva accompagnato Matt alla vicina Palestra Fogwell, facendo sempre in modo di
essere sempre in mostra, ha avuto la sensazione che qualcuno li stesse
osservando, poi quella sensazione era passata mentre tornavano al
consultorio…sino ad ora.
-Qualcuno ci sta seguendo – sussurra Matt –
Credo che la nostra trappola abbia funzionato. Erano anni che non dovevo
rispolverare la posa del povero cieco indifeso...
-Appena il Lupo Bianco ci attaccherà potremo
abbandonare la sceneggiata, Matt. Nel frattempo, sembra che qualcun altro ti
stia aspettando.
Di fronte all’ingresso del consultorio,
infatti, una donna di colore si è rannicchiata a terra. Avvolta da una vecchia
coperta, sta visibilmente tremando e mormorando frasi incomprensibili. Matt le
si avvicina: alle sue orecchie il cuore della donna sta battendo come quello di
una persona terrorizzata.
-Signora, posso aiutarla? Credo che lei
abbia urgente bisogno di cure mediche.
-Gli avevo detto che non potevamo
controllarci... ci stiamo mangiando dall’interno... fateci smettere... fateci
smettere – mormora la donna in stato di shock.
“Luke Charles” si guarda intorno
preoccupato, cercando di identificare l’origine di un rumore incredibilmente
debole.
-Matt, questa è una trappola.
-Non mi sembra il momento per pensarci,
“Luke”, dobbiamo portare questa donna all’ospedale – replica Matt, avvicinandosi
alla donna nel tentativo di sollevarla... e ritrovandosi con un brutto taglio
sull’avambraccio, inferto dai lunghi artigli neri spuntati improvvisamente
dalla mano della donna.
-Lasciaci
stare! – ringhia la donna, alzandosi in piedi e sollevando Matt Murdock con
una mano sola: i suoi vestiti si trasformano in un aderente costume nero con un
grosso simbolo di ragno bianco sul petto. Dalla bocca spuntano dozzine di zanne
lunghe dieci centimetri, ed una bava verde inizia a gocciolare a terra.
Persino l’Uomo Senza Paura sente il proprio
cuore accelerare rapidamente di fronte a quell’orrore, e solo i suoi riflessi
pronti gli impediscono di farsi del male quando Venom lo scaglia attraverso la
porta del consultorio.
-Venom. Sembra che abbiamo attirato il
nemico sbagliato – nota con calma Pantera Nera, afferrando un corpo invisibile
alla propria destra e sfruttando la sorpresa per scagliarlo verso Venom.
Fixer torna ad essere visibile quando
colpisce la donna-mostro, lasciando cadere a terra il disco stordente. Ancora
pochi secondi ed avrebbe messo a terra Pantera Nera senza che quest’ultimo se
ne accorgesse!
-Togliti di dosso, mostro, mi stai facendo
perdere la mira! – si lamenta Fixer mentre cerca di fare fuoco con una pistola
congelante. Un bastone rosso rimbalza sulla sua arma facendola cadere a terra,
ed un avventuriero in costume da diavolo scende a terra dopo essersi lanciato
dal tetto del consultorio ed aver effettuato un’incredibile acrobazia su uno
dei lampioni. Quando tocca terra, “Luke” ha già dimesso gli abiti civili per
rivelare il costume della Pantera Nera.
-Due contro uno non mi sembra uno scontro
leale, Pantera, spero non ti dispiaccia una mano! – esordisce Devil.
-Oh, per piacere: come se mi servisse questa
pazza per sconfiggere due acrobati – ridacchia Fixer, premendo un pulsante
sulla cintura: evidentemente l’imbracatura metallica sul suo costume non è solo
decorativa, perché inizia a rilasciare una serie di raggi concussivi.
-Dovrei essere lusingato dal fatto che Zemo
mi ha sguinzagliato contro uno dei suoi tirapiedi preferiti – commenta Pantera
Nera, evitando accuratamente ogni singolo raggio mentre raccoglie una manciata
di dardi tranquillizzanti dalla cintura. Dardi inceneriti dai raggi
dell’armatura di Fixer appena si separano dalla mano del loro costruttore.
-Mi avevano detto che eri un genio, Pantera
Nera, e questo è il meglio che riesci a fare? Questo è un sistema di mira
adattativo! I microcircuiti stanno esaminando i tuoi movimenti, e continueranno
a migliorare finché...
Prima che Fixer termini la frase, Devil
riesce a schivare una serie di raggi e a raggiungerlo; Fixer è pronto a parare
il colpo, ma Devil allunga un braccio verso la cintura del criminale e spinge
un determinato pulsante...spegnendo il sistema di puntamento.
-Cosa... come facevi a sapere quale... – si
meraviglia Fixer, prima di ricevere un pugno sul naso.
-Se sei un genio, scoprilo da solo – lo
schernisce Devil; non c’è motivo di rivelare che il suo super-udito poteva
chiaramente avvertire il funzionamento dei microscopici circuiti. Non poteva
però sapere del collegamento tra il sistema difensivo ed il disco di controllo
applicato a Venom, che ora urla di rabbia per la scarica elettrica rilasciata
nel sistema nervoso dell’ospite.
-Aargh!
Basta dolore! Vi mangeremo il cervello!!! – urla Venom, afferrando di
scatto una macchina parcheggiata di fronte al consultorio e lanciandola senza
sforzo apparente verso i due eroi.
Devil si mette in salvo per primo,
coprendosi le orecchie: il frastuono è incredibilmente doloroso per il suo
udito super-sensibile. Quando le orecchie hanno smesso di fischiargli, Pantera
Nera sta già evitando gli artigli di Venom con un’agilità al limite delle
possibilità umane.
-Qualcosa non va in questa creatura... si
sta comportando come un animale in gabbia – nota
Devil è troppo lontano per intervenire.
Quando vede il mostro scattare verso Pantera Nera è sicuro che sia pronta a
divorarlo vivo... ma con uno scatto felino Pantera Nera si china giusto in
tempo, lasciando che Venom addenti il serbatoio di un’auto... e premendo un
microscopico pulsante all’interno dei guanti.
La piccola carica esplosiva incastonata in
uno dei denti di Venom esplode, e la testa della donna prende fuoco. Il
simbionte si ritira, scendendo fino alla cinta per allontanarsi da una delle
poche cose a poterlo ferire.
Fixer spegne il fuoco con un getto
dell’estintore incorporato nel guanto sinistro, cercando di usare la destra per
fermare il sangue che gli esce dal naso.
-Accidenti a Zemo per avermi costretto a
lavorare con una bestia simile... hey, che fine hanno fatto quei due?
Fixer si guarda attorno: Devil e
Lemuria, Oceano Pacifico
All’interno del palazzo reale, re
Karthon siede sullo scranno di corallo
e scruta il proprio consiglio dei ministri prendere posto al grande tavolo
rettangolare.
Una parte di lui detesta tutte queste novità amministrative, tutta
questa attenzione alla volontà del popolo di cui è sovrano… ma il suo popolo
non è più quello di un tempo. Un tempo il re di Lemuria godeva del controllo
assoluto del proprio regno, ma Karthon è un leader popolare, proprio come ha
sempre voluto ed ha troppi scrupoli morali per sfruttare la forza militare per
mettere a tacere i dissidenti, come così tanti suoi predecessori hanno fatto.
-Qual è stato il risultato del suo incontro con il principe Namor, sire?
– chiede uno dei ministri, che nel mondo di superficie ricoprirebbe il ruolo di
ministro degli esteri.
-Non ho motivi per dubitare della parola di Namor: il cadavere della
donna che ci ha consegnato è chiaramente di origini lemuriane, così come l’arma
in suo possesso. Tutto mi lascia pensare che gli uomini di superficie ed i
Devianti abbiano scoperto una sorta di… cellula terroristica, credo le chiamino
i pelle rosa… originaria delle nostre acque.
-Sire, con tutto il rispetto – interviene il Visir – Come possiamo
essere certi delle intenzioni di Namor? Da quando Atlantide è stata
riconosciuta dagli altri regni del mondo di superficie, la sua economia ha
superato di gran lunga la nostra; e se decidessero di invaderci, persino
l’esercito di Lemuria non resisterebbe all’assalto. E se stessero solamente
cercando una scusa per attaccarci?
-Come ho detto, non ho motivi per dubitare di Namor – risponde con
sdegno Karthon, iniziando a stringere i pugni… che iniziano a tremare.
-Sappiamo che non ci si può fidare della parola dei re di superficie!
Quella donna potrebbe essere un’Atlantidea alterata chirurgicamente, oppure una
mutante di… sire!
Il grande e potente Karthon crolla a terra, subito soccorso dalle
guardie e dai suoi ministri. Il Visir è il primo a raggiungerlo, e a mostrare a
tutti i presenti quello che sembra un piccolo, innocuo mollusco.
-Guardate cosa aveva in mano…una Vedova degli Abissi! Il più letale e
vigliacco degli animali velenosi di Atlantide!
-Ho visto Namor stringere la mano del re, prima di andarsene! – li
informa una delle guardie.
-Portate il re dai medici, forse c’è ancora tempo di salvarlo – ordina
il Visir, mentre uno dei generali afferra il corno agganciato alla cintura e
suona con forza un comando ben preciso… prepararsi alla guerra.
Baia
di New York
Il viaggio di ritorno dalle profondità
dell’Oceano Pacifico è stato, tutto sommato, breve e la piccola navicella
atlantidea si sta finalmente avvicinando alla sua meta, una rimessa privata
proprio sotto il palazzo sede della Oracle Inc. la società di cui l’uomo alla
guida è azionista di maggioranza e principale amministratore. Lo abbiamo
chiamato uomo, ma qualcuno la troverebbe una definizione riduttiva per questo
campione ibrido di due razze ricche di storia. Il suo nome è Namor McKenzie,
anche se di rado usa il cognome di suo padre, il nome con cui è più conosciuto
è l’appellativo che gli dettero nel lontano 1939: Sub Mariner. È stato molte
cose nella sua lunga vita: un pericolo pubblico, un eroe, un mutante, un
Vendicatore, un sovrano, ma pochi l’hanno considerato solo un uomo che cerca il
suo posto nel mondo. L’altro uomo al suo fianco è uno dei pochi che può
chiamare amici: l’oceanologo Walter Newell, alias Stingray.
Improvvisamente la navicella è colpita da
qualcosa che la fa ondeggiare e rovesciare su se stessa, poi, una delle sue
pareti è lacerata da qualcosa che sembra… una balenottera rossa? Walter è
svelto ad indossare la maschera dl suo costume, che gli permette di respirare
sott’acqua… un’acqua che ora sta riempiendo l’ormai inutile navicella. Quanto a
Sub Mariner, ha appena respinto la strana creatura nelle acque dell’Hudson
River e prima che possa capire che cosa fosse esattamente, qualcosa… o meglio:
qualcuno gli piomba addosso a grande velocità.
-Sorpresa, sorpresa. Non ti aspettavi di
rivedermi, vero, faccia di pesce?-
-Squalo Tigre?- esclama Namor –Cosa fai qui?
-Ti squarcerei volentieri la gola…- risponde
l’uomo che un tempo era Todd Arliss con ghigno che gli distorce i lineamenti e
mette in mostra una fila di denti non umani -... ma mi è stato chiesto di
catturarti vivo e quindi mi tratterrò… anche se non mi hanno detto di
riportarti integro.
-Ti ho già sconfitto altre volte, Arliss… ce
la farò ancora.
-Non chiamarmi mai più con quel nome, hai
capito?
Lo Squalo Tigre stringe il collo di Namor e
lui sente di non riuscire a respirare. Lotta con tutta la sua forza. Non si
farà battere da questo scherzo di natura, lui è il Sub Mariner, è…
Qualcosa lo colpisce alla base del collo ed
immediatamente lui perde i sensi. Lo Squalo Tigre sembra smarrito, poi lo
afferra sotto un braccio e nuota vigorosamente verso la superficie. Qui trova
ad aspettarlo: Stingray, avvolto in una bolla trasparente rossa ed un altro
uomo: Klaw, il signore del suono.
-Mi hai rubato la vittoria.- sibila lo Squalo
Tigre.
Klaw non sembra dargli peso, mentre
risponde:
L’importante era catturarlo e tu l’hai tenuto
impegnato abbastanza da far sì che il mio costrutto di suono solido lo colpisse
alle spalle.
Lo Squalo Tigre scrolla le spalle e guarda
Stingray.
-Todd!- esclama quest’ultimo –Per l’amor di
Dio, torna in te. Pensa a tua sorella.
-Io non ho sorelle.- ribatte freddamente
l’altro.
-Che ne facciamo di lui?- gli chiede Klaw
–Dopotutto è solo una specie di aiuto Vendicatore di riserva. Forse dovremmo
semplicemente ucciderlo.
Lo Squalo Tigre fissa ancora il cognato, poi
replica:
-Portiamolo da Zemo. Che decida lui.
Da
qualche parte vicino alla Empire State University
Ormai solo i turisti alzano lo sguardo quando passa sopra le loro teste,
a centinaia di metri d’altezza. Qualcuno fa il tifo per lui, urlando “và a
prenderli Spidey” oppure “dagliene uno anche per me!”; altri invece lo
insultano, dandogli del criminale o della minaccia mascherata, specialmente se
sono lettori del Daily Bugle (accidenti a quell’allitterazione, pensa).
Ma per la maggior parte, i newyorkesi non pensano e non dicono niente
quando vedono l’Uomo Ragno volteggiare sopra le loro teste. E’ una parte della
città come i palazzi, i tassisti, il fumo che esce dalle grate della
metropolitana. Anche lui si è abituato alla città, rispondendo ai passanti solo
se il Senso di Ragno gli indica la presenza di un qualche problema. I suoi
pensieri sono ben altri.
“Devo essere pazzo. Ho a casa una bellissima moglie ed una figlia
splendida, e dopo una massacrante giornata al lavoro che amo cosa faccio? Torno
a casa per giocare con la piccola May e giocare a qualcos’altro con Mary Jane?
No, mi dirigo alla Base dei Vendicatori per rischiare la vita cercando di
salvare un gruppo di super-eroi che mi ha sbattuto fuori senza tanti
complimenti! Okay, in realtà me ne sono andato io e loro mi hanno chiesto di
restare tra le venti e le quaranta volte, ma non è veramente questo il punto,
ma con chi è che sto parlando poi? Peter, vecchio mio, c’è un motivo se non hai
mai veramente sfondato come comico, e non solo perché non ci hai mai veramente…
hey cosa diavolo!?”
Il flusso di coscienza dell’Uomo Ragno viene interrotto da un evento
improvviso, ma non imprevedibile per il suo indispensabile sesto senso: un
grosso tridente, composto di sabbia ma solido come la roccia, lo manca per
pochi centimetri.
L’arrampicamuri ferma con una ragnatela il tridente prima che colpisca
una finestra, l’ultima cosa di cui ha bisogno è che un condomino gli faccia
causa; prima che possa atterrare sul primo tetto disponibile, la sabbia si
scioglie e torna alla propria proprietaria.
-Non dirmi che sei tornato tra i cattivi, mica posso comprarmi un’agenda
apposta per tenere il conto di… heeey, non sei l’Uomo Sabbia!
-Ma davvero. Qual è stato il tuo primo indizio? – chiede Quicksand,
incrociando le braccia e lasciando che siano i suoi lunghissimi capelli di
sabbia a fare il lavoro.
L’Uomo Ragno evita ogni singolo attacco muovendosi con l’agilità
proporzionale di… dai che lo sapete già anche voi. Come ha sempre fatto, mentre
sta rischiando la vita (questa donna di sabbia sembra forte quanto il suo
vecchio nemico) l’aracnide non sta zitto un secondo.
-Così, fammi indovinare, stai con i Signori del Male vero? Stanno
andando forte in TV, sono su tutti i canali! Forse cancelleranno anche
“Ballando con le stelle” per seguire la vostra cattura, perché sai benissimo
che finirete tutti in galera vero? Forse lanceranno uno speciale,
“super-criminali e donne assassine che gli assomigliano”! Anche se, a dirla tutta,
sono un po’ troppo duro contro… hey, vacci piano! Quel braccio mi serve, o non
mi pagheranno più le royalty per le action figures!
-E’ più veloce di quanto aveva detto Zemo, perché non l’abbiamo ancora
colpito!? – si lamenta Quicksand, trasformando tutto il corpo in un tornado di
sabbia in miniatura che insegue l’Uomo Ragno per i tetti di New York.
-Adesso facciamo a modo mio! Dimmi come vuole reagire!
-Se non ti conoscessi bene, e in effetti non so neanche come ti chiami,
penserei A) Zemo non ti ha mandata qui da sola, oppure B) il modo di parlare di
Venom è contagioso. A proposito, Donna Sabbia o come ti chiami, cos’è ‘sta
mania delle versioni femminili dei criminali? Ho visto la nuova Venom donna, e
ti dirò, credevo che lei fosse la criminalessa più brutta in circolazione, ma…
Finalmente, Quicksand riesce a mettere a segno un colpo. L’Uomo Ragno
viene scaraventato con forza contro un cornicione, atterrando di testa. Un uomo
normale sarebbe morto e le sue cervella sarebbero già per strada, ma per
l’arrampicamuri è solo l’ennesimo piccolo livido.
-Ouch… okay, adesso mi stai facendo arrabbiare. E più mi arrabbio, più
divento… oh, scusa, quello è un altro: lascia perdere e lasciati sconfiggere,
eh?
Quicksand riprende forma umana e, con un gigantesco pugno di sabbia, si
prepara a schiacciare il ragno… che reagisce con una velocità impressionante,
colpendola in volto con forza sufficiente a far esplodere la sua testa di
sabbia.
-Giusto per la cronaca, se tu fossi l’Uomo Sabbia adesso avrei fatto una
battuta sul prenderti a calci nel sedere… ma l’ultima cosa che mi serve adesso
è una denuncia per molestie sessuali.
Nell’ombra di uno degli innumerevoli vicoli di New York, l’uomo chiamato
Tick-Tock controlla l’orologio: sono passati quaranta secondi da quando ha perso
il contatto con Quicksand.
-Quicksand? Mi hai sentito? Ho detto che l’Uomo Ragno sta per…
-Estrarle dalla testa il trasmettitore con cui le davi istruzioni? – si
intromette una voce proveniente dal muro, o meglio dall’uomo che sta camminando
sul muro verso Tick-Tock.
-Troppo lento, mi dispiace. Giusto per la cronaca, tu chi saresti?
-Sono un Signore del Male! Ed i miei alleati saranno qui per salvarmi
tra due minuti e dieci secondi… ho il potere di prevedere gli eventi entro un
breve lasso di tempo. Il mio sesto senso mi avviserà di ogni tuo attacco con
alcuni secondi di anticipo!
-Davvero? Bel potere. Mi piacerebbe averne uno simile… per curiosità,
sei anche abbastanza veloce da evitare il pugno di una persona con dei tempi di
reazione venti volte superiori a quelli di un normale essere umano?
-No, ma posso prevedere che tra due secondi… oh.
Due secondi dopo, Tick-Tock è a terra con un occhio nero.
-Zemo, se riesci a sentirmi… non ce l’ho con te perché hai mandato dei
sicari. Non ce l’ho con te perché stai cercando di uccidere i migliori eroi di
questa città. Ma mandare due dilettanti del genere contro qualcuno che è in
giro da più tempo dei Vendicatori? Adesso me le hai fatte girare!
-Se oltre alle parole vuoi passare ai fatti, avremmo bisogno del tuo aiuto
– interviene un’altra voce dal buio. Il Senso di Ragno non scatta perché si
tratta di una voce che conosce bene, così come l’uomo in costume al suo fianco.
-Guarda un po’. Devil, l’Uomo Senza Paura e
-Le Communicard dei Vendicatori di riserva stanno inviando un segnale
d’allarme. Non hai sentito l’allarme della tua? – chiede
-Temo di averla lasciata negli altri pantaloni.
-Questo non è il momento di scherzare, Uomo Ragno: i Vendicatori hanno
bisogno del nostro aiuto.
Dopo queste poche parole che suonano più come un ordine che una semplice
osservazione,
-Devil, per piacere, non dirgli che stavo dicendo la verità – sussurra
l’Uomo Ragno.
Eliveicolo.
Base mobile dello S.H.I.E.L.D.
Il Dottor Timothy Aloysius Cadwallader Dugan
II, capo del Laboratorio Scientifico dello S.H.I.E.L.D. scuote la testa
perplesso.
-Inferno 42.- dice mordendosi le labbra ed
aggiustandosi contemporaneamente gli occhiali sul naso.
-Ne sei sicuro? Davvero sicuro?- la domanda
proviene quasi in contemporanea da Nick Fury, in piedi davanti a Dugan e da
Yuri Brevlov, Direttore della Sezione Russa dello S.H.I.E.L.D. il cui volto
appare su un maxischermo.
-Vorrei non esserlo, ma non mi sbaglio.-
replica Dugan -Quel laboratorio dell’A.I.M. devastato in Russia reca
inconfondibili tracce dei componenti dell’Inferno 42. Metterei la mano sul
fuoco che quelli dell'A.I.M. ne avevano preparato una certa quantità... prima
che qualcuno gliela portasse via.
-Chi ha provocato quella strage in quel
laboratorio segreto voleva l’Inferno 42.- quella di Fury è un’affermazione non
una domanda –Ma chi è?
-Io ho un’altra domanda.- interviene Brevlov
–L’unico uso possibile dell’Inferno 42 è lo stermino di massa. Chi conosciamo
interessato ai genocidi?-
Il silenzio cala tra gli astanti, poi è Nick
a dire.
-Un bel po’ di gente, purtroppo.
Dugan commenta:
-Per fortuna le altre superarmi su cui noi
abbiamo messo le mani sono al sicuro… giusto… giusto?
Un
magazzino S.H.I.E.L.D. da qualche parte.
I due agenti di guardia si stanno annoiando.
-Vorrei che succedesse qualcosa ogni tanto.-
dice uno –Stare qui a sorvegliare queste cose un tempo mi metteva i brividi, ma
adesso… è decisamente noioso.
-Non hai tutti i torti.- replica l’altro.
Certo che uno potrebbe anche chiedersi perché non le hanno distrutte quelle
armi... od i loro piani, se è per questo. Prendi quell’affare creato
dall’Hydra: la bomba al betatrone.
-Mi ricorda qualcosa. Che cos’è?-
-Una sorta di superbomba capace di spaccare
in due il pianeta o qualcosa di simile. L’unico prototipo funzionante è stato
usato contro i Marziani tempo fa.[7]
Ora metà dei suoi piani è custodita proprio qui, nel caveau alle nostre spalle…
Frank... hai detto qualcosa?
Una forte mano di metallo argenteo afferra
l’agente S.H.I.E.LD. alla gola. Ha appena il tempo di rendersi conto che il suo
compagno giace in una posizione innaturale sul pavimento, che si ritrova a
fissare un volto robotico ed una voce inumana lo apostrofa con una secca
domanda:
<<L’altra
metà dei piani della bomba… dov’è? Dimmelo, pezzo di carne, e forse vivrai
ancora un po’.
L’agente dello S.H.I.E.L.D. riconosce il suo
aggressore ed è preso da un genuino terrore, mentre risponde affannosamente:
-Non… non lo so… non le danno a noi agenti
semplici queste informazioni.
<<Allora
non mi sei affatto utile.>>
Il collo dell’agente viene spezzato come se
fosse un fragile rametto ed il robot lo lascia cadere a terra con noncuranza,
poi, con facilità estrema apre il caveau, incurante dei segnali d'allarme, e
dopo una breve ricerca trova ciò che voleva: parte dei piani di una delle armi
più potenti della Terra è ora nelle mani di Ultron e nessuno può più dirsi al
sicuro.
Da
qualche parte nel Porto di New York
Le tre figure rivestite da costumi colorati
appaiono quasi dal nulla di fronte a quello che sembra un comunissimo magazzino
sulla baia. Si muovono circospetti e con tutti i loro sensi, e supersensi,
all’erta. Questi uomini: sono certo più abituati a ricoprire il ruolo del
cacciatore che quello della preda, ma ognuno di loro sa come muoversi nelle
ombre ed è questo che ha permesso loro di arrivare non visti in questa sezione
della città.
-Fammi capire, Pantera…- esordisce l’Uomo
Ragno -… sotto questo magazzino ci sarebbe, dunque, un rifugio segreto dei
Vendicatori?
-Non lo direi troppo ad alta voce, ma la
risposta è si.- replica Pantera Nera avvicinandosi alla porta del magazzino in
questione, In pochi istanti l’ha aperta e mentre lui e gli altri entrano in uno
stanzone praticamente vuoto, continua la sua spiegazione –Fu proprio a questo
molo che i Vendicatori originali attraccarono con il loro sottomarino dopo la
loro battaglia con Hulk e Sub Mariner e la scoperta del corpo semi ibernato di
Capitan America dalle parti di Gibilterra.[8] In
seguito decisero che questo posto sarebbe stato perfetto non solo per farci
passare il tunnel sottomarino di collegamento con la baia, ma anche per
mascherare uno dei rifugi d’emergenza.
-Un momento…- esclama l’Uomo Ragno –Vuoi
dire che i Vendicatori hanno un tunnel sottomarino e dei rifugi segreti ed io
non ne sapevo nulla?
-Non sei rimasto un Vendicatore attivo
abbastanza a lungo per esserne informato.
-Beh… ammetto di essermi ritirato dopo una sola
missione ma… e adesso cosa fai, Mr. Nobile Felino della Jungla?
-Sto solo aprendo l’accesso al rifugio
segreto. Se siamo fortunati il codice è ancora lo stesso e se non lo siamo, mi
ci vorrà qualche secondo per decifrare quello nuovo. Nel frattempo… Devil: puoi
dire alla tua amica che può anche uscire dall’ombra.
Devil sorride. Da tempo aveva sentito una
presenza familiare e non è affatto sorpreso di scoprire che anche T’Challa ci
era riuscito… chissà se pure Peter…
-Vieni pure avanti, Natasha.- dice –Ormai
avrai capito che siamo esattamente quelli che sembriamo.
Sulla soglia del magazzino ecco apparire
-Vorrei dire che è un piacere rivedervi...-
dice, rivolgendo un sorriso direttamente a Devil -… ma le circostanze non sono
esattamente delle migliori, giusto?
-Credo che sia il minimo che possiamo dire
‘Tasha.- risponde Matt Murdock –Hai sentito anche tu il richiamo della
Communicard come T’Challa?
-Si, ma prima ero stata aggredita dal nostro
vecchio nemico, il Mandrillo ed avevo comunque deciso di indagare. Quindi,
chiunque abbia lanciato l’allarme si è nascosto in questo rifugio.
-Ne eri al corrente anche tu?- esclama
l’Uomo Ragno –Ero il solo a non saperlo?
-Sono stata a capo dei Vendicatori, ricordi?-
risponde
-Da quello che ho sentito dire, non è stata
esattamente tutta colpa tua, ma comincio a pensare che il senso di colpa sia un
attributo di noi aracnidi umani.
-Se avete finito di sproloquiare… li
interrompe Pantera Nera -… potete anche seguirmi nel rifugio.
Un pannello abilmente dissimulato in una
parete si apre, ma prima che i quattro possano entrarvi, ecco che un rumore fa
alzare loro la testa. Dal portone alle loro spalle entra, volando, un falco, ma
non un falco qualunque.
-Redwing!- esclama Pantera Nera alzando un
braccio per accogliere il rapace che vi si posa docilmente.
-Se il falco di Falcon è qui senza di lui,
questo vuol dire…- comincia a dire Devil.
-… che anche Falcon è stato catturato.-
termina la frase l’Uomo Ragno –La situazione sembra sempre più dura mi auguro
davvero che ad affrontare I Signori del Male non siamo rimasti solo noi quattro
o la vedo molto dura… ed io di solito sono abbastanza ottimista.-
-Non perdiamo altro tempo.- li esorta
Pantera Nera –Seguitemi.
I quattro entrano in quello che sembra un
ascensore, che li porta qualche livello più in basso, per poi aprirsi in una
stanza non molto grande. Le porte dell’ascensore si sono appena aperte che una
specie di lampo passa davanti ai loro occhi ed un istante dopo ecco apparire
Quicksilver. Oltre a lui nella stanza ci sono solo Songbird e Lockjaw.
-Sei… solo sei contro cinquanta e forse
più.- mormora l’Uomo Ragno –Lo sapevo che saremmo finiti tutti nei guai.
-Non mi farai credere che vuoi ritirarti,
Peter, io ti conosco.- gli sussurra Devil all’orecchio.
-E chi ha parlato di ritirarsi? È da una
vita che sogno l’occasione di affrontare dieci avversari superpotenti in un
colpo solo.
Nel frattempo Quicksilver li sta squadrando
-Siete solo voi?- li apostrofa infine -Tutti
qui i Vendicatori disponibili?
-Ciao, Pietro, anch’io sono contento di
vederti e si, sto bene.- gli si rivolge l’Arrampicamuri.
Quicksilver gli scocca uno sguardo di fuoco
e poi si rivolge a Pantera Nera:
-Sono contento che sei qui. La situazione è
seria e ci servono davvero la tua astuzia ed intelligenza. Zemo sta facendo sul
serio e sono certo che li ucciderà tutti quanto prima. Possiamo solo sperare
che aspetti di averci catturati tutti prima di farlo.
-Una speranza vana.- interviene Songbird
–Guardate cosa sta succedendo adesso in TV.
Su
tutti gli schermi d’America
Da un secondo all’altro, senza alcuna forma
di preavviso, tutti i canali televisivi statunitensi iniziano a trasmettere
solo uno schermo nero. Non succede niente per qualche secondo, giusto il tempo
per attirare l’attenzione. Poi appare un simbolo che pochissimi americani
conoscono, ma che è ancora ricordato con terrore in Europa: uno stemma che
rappresenta un’antica famiglia appartenente all’aristocrazia tedesca.
Poi lo schermo inquadra, uno dopo l’altro,
trenta uomini e donne in costume. Sono piegati sulle ginocchia, il corpo
avvolto da quelle che sembrano catene di energia e la testa coperta da sacchi
di tela nera... come condannati ad un’impiccagione.
Non tutti quegli eroi sono particolarmente
noti al pubblico. In rapida successione, appena sono inquadrati, una voce fuori
campo carica d’odio legge i loro nomi con un marcato accento tedesco.
-Aracne, Calabrone, il Cavaliere Nero,
Crystal, D-Man, Ercole, Falcon, il Fante di Cuori, Firestar, il Fulmine
Vivente, Iron Man, Jocasta, Justice, Machine Man, Miss Marvel, Namor, Occhio di
Falco, Photon, Polaris, Scarlet, Sersi, She-Hulk, Starfox, Stingray, Thunderstrike,
Tigra, l’Uomo Sabbia, U.S.Agent, Visione, Wonder Man. Li riconosci, vero,
America?
La telecamera inquadra un uomo con una
maschera viola scuro, che parla agitandosi come se fosse su di un palco ad
incitare una folla in rivolta. Mentre parla, l’inquadratura si allarga sempre
di più fino ad inquadrare quasi cinquanta super-criminali, a malapena
illuminati nella stanza immersa nella penombra.
-Questi sono i Vendicatori, questi sono gli
eroi che avete scelto. Io sono Zemo, e quella che vedete è la prima vittoria
del mio esercito. Avete notato chi è assente? Avete notato chi è stato troppo
codardo per soccorrere i propri compagni d’arme?
Zemo si avvicina alla telecamera, fissando
negli occhi lo spettatore. Ed anche se lo sguardo di Zemo è oscurato dalla
maschera, milioni di telespettatori rabbrividiscono.
-Tutti i Vendicatori ancora in libertà hanno
due ore per arrendersi incondizionatamente di fronte alla propria Base, o
ucciderò un prigioniero per ogni dieci minuti di ritardo. E a meno che Capitan
America non si arrenda entro i prossimi sessanta minuti, ucciderò la metà di
tutti i prigionieri. Se le forze di polizia, l’esercito o lo S.H.I.E.L.D.
tenteranno qualsiasi azione per liberare i prigionieri, darò l’ordine di
rilasciare un potente gas nervino in una delle città degli Stati Uniti.
Qualsiasi tentativo d’inganno o di compromesso sarà ricambiato con un severo
inasprimento di queste regole. E nel caso sospettiate che io stia bluffando...
L’inquadratura si stringe di nuovo,
lasciando perdere Zemo e stringendosi su quella che sembra quasi una bara. E’
in realtà una camera di stasi criogenica, anche se l’unica cosa che per una
persona comune la differenzia da una bara è il piccolo monitor che indica i
segni vitali della persona al suo interno.
Quella persona è una donna molto conosciuta
in America. Ereditiera, stilista, trend-setter e super-eroina. Janet Van Dyne
indossa uno dei suoi ultimi costumi da Wasp, e dorme il proprio sonno in
animazione sospesa. Sembra serena, ed i segni vitali sono stabili... finché la
spada di Zemo non distrugge il sistema di controllo, che rilascia nell’aria uno
sbuffo di gas criogenico. E l’apparecchio manda un segnale d’allarme, un
incessante e sempre più rapido: beep, beep, beep...
Improvvisamente, Zemo afferra la telecamera
e la riposiziona su se stesso, intimando con voce terrificante:
-Queste sono le mie condizioni. Salvare i
Vendicatori non è un’opzione.
Schermo nero.
Per i successivi tre minuti, su tutti i
network appare solamente la scritta “TRASMISSIONE INTERROTTA PER MOTIVI
TECNICI; I PROGRAMMI RIPRENDERANNO APPENA POSSIBILE”.
Nel
rifugio segreto dei Vendicatori
-Bisogna intervenire subito.- esclama Pietro
–Dobbiamo fare qualcosa, qualunque cosa per liberarli.
-Un’azione avventata peggiorerebbe solo le
cose, Pietro.- replica con apparente freddezza
-Parli bene tu: non ci sono i tuoi familiari
là in mezzo: non c’è in gioco la vita di tua figlia.
T’Challa tace. Sotto molti punti di vista
Pietro ha ragione. Non è emotivamente coinvolto quanto il mutante argenteo, ma
lo capisce meglio di quanto lui creda. Se la donna che ama fosse in pericolo
non è detto che riuscirebbe a mostrarsi così razionale e guardandoli è certo
che anche Devil e l’Uomo Ragno la pensano allo stesso modo.
L’Uomo Ragno mette una mano sulla spalla di
Quicksilver.
-Ascoltami Pietro. Puoi credermi, quando ti
dico che so esattamente cosa provi: se mia moglie e mia figlia fossero in
pericolo non so se riuscirei a trattenermi, ma per il loro stesso bene devi
capire che un assalto a testa bassa non farà del bene a nessuno. Saremo solo
noi sei contro quasi cinquanta supercriminali. Abbiamo bisogno di una
strategia.
-Un modo per entrare nella base senza essere
visti e colpirli di sorpresa.- aggiunge
-Lockjaw!- esclama Quicksilver –Lui può
portarci direttamente da Crystal e gli altri come se quel dannato campo di
forza non esistesse. Non è vero Lockjaw?
Le antenne del cane degli Inumani brillano
ed il bagliore si allarga fino a coprirlo completamente e poi… scompare.
-Stupido cane!- esclama Pietro –Non ci ha
aspettato e ci ha privato del modo più rapido per entrare nella base.
-Non può essere l’unico, però.- riflette ad
alta voce Devil –Dovrà pur esserci un altro sistema. Ogni fortezza ha sempre un
punto debole.
-Ho trovato il modo.
Aeroporto
internazionale John F. Kennedy
Jeff Mace è impaziente. La sua Communicard
ha cominciato a vibrare da quasi mezz’ora ormai, ed è riuscito a spegnerla
senza farsi notare; avrebbe voluto indossare il costume da Capitan America e
correre al soccorso dei suoi compagni di squadra, ma poi avrebbe dovuto dire
addio alla propria carriera di giornalista.
Al momento dell’allarme l’aereo con cui è
tornato da Londra insieme alla sua collega Joy Mercado stava giusto atterrando e
da allora sta pensando a come liberarsi di lei ed unirsi ai Vendicatori. Certo
dopo tutte le avventure passate nel Regno Unito[9] si
meriterebbe un po’ di riposo, ma Capitan America non esiterebbe a compromettere
sia il proprio benessere fisico che la propria identità segreta se si trattasse
di una questione di vita o di morte dei Vendicatori... ma appunto, sono i
Vendicatori. Potranno fare a meno di un principiante come lui almeno per
qualche minuto, no?
I due colleghi sono pronti a chiamare un
taxi per ritornare a Manhattan, quando Joy estrae il cellulare dalla borsetta e
fa segno a Jeff di aspettare.
Jeff non ha bisogno di superpoteri per
ascoltare cosa sta urlando J. Jonah Jameson all’altro lato del telefono. I
Signori del Male aiutati forse dall’Uomo Ragno hanno conquistato la base dei
Vendicatori e chiedono la vita di Capitan America in cambio della liberazione
degli ostaggi. E c’è a malapena il tempo di far uscire un’edizione speciale. I
giornalisti del Daily Bugle sono già sul posto, ma J.J.J. vuole anche quelli di
Now per un reportage più ampio nella prossima edizione.
Jeff Mace sorride. Forse non farà così tanta
fatica a liberarsi di Joy come temeva.
-Jeff, Jonah vuole che seguiamo una storia
sui Vendicatori; roba da prima pagina. Io prendo un taxi per la loro base, tu
prendine un altro per portare in salvo i bagagli e poi raggiungimi.
In circostanze normali Jeff protesterebbe
per essere trattato come un fattorino, ma al momento questa è proprio
l’occasione che gli serve.
-Andrà tutto sulla nota spese pagata da
Jonah, spero.
I due giornalisti si separano; Jeff ha con
sé l’unica borsa di cui ha veramente bisogno, da cui estrae lo scudo di Capitan
America.
Un minuto dopo, un tassista che si sta
divorando un panino in santa pace sente bussare al finestrino.
-Non ora amico, sono in pausa.
-E’ una questione di sicurezza nazionale,
signore.
Il tassista si volta per mandare a quel
paese il cliente, restando a bocca aperta e lasciando cadere il panino e
togliendosi il berretto da baseball in segno di rispetto.
-Ca-ca-Capitan America? Cosa posso... le
serve un passaggio?
-Alla Base dei Vendicatori, grazie –
risponde l’eroe salendo sul taxi dopo aver portato da solo i bagagli nel baule.
Il taxi parte sgommando, e Jeff decide di sfruttare al massimo la situazione.
-Capitan America nel mio taxi! Incredibile!
Una volta Thor mi ha salvato la vita, sa? Ha preso a martellate un pazzo
mascherato con un piede di porco prima che mi sfasciasse il taxi. Per me voi
Vendicatori siete a posto... sta andando a prendere a calci nel sedere quei
Signori del Male, eh?
-Ci può scommettere, signore.
-E non si preoccupi per quei bagagli! Se mi
dice dove li devo portare, ci penso io... e posso aspettare che lei abbia
finito e poi portarla a casa. Non si preoccupi del tassametro, offro io!
-Non sarà necessario, ma se fosse così cortese
da lasciarmi la ricevuta... questi bagagli appartengono ad agenti S.H.I.E.L.D.
sotto copertura, e saranno più che felici di rimborsarla.
“Giusto nel caso gli venga in mente di
curiosare nella valigia di Joy e si faccia strane idee su Capitan America” riflette
Jeff Mace.
Sede della REvolution Inc. Clason Point,
Bronx
Seduto nell’ampia poltrona dirigenziale Jim
Rhodes sta rispondendo al telefono;
-Si, Happy, lo so anch’io che la situazione
è seria e Zemo non è tipo da scherzare.
<<Ho appena parlato con Carl Walker a
Los Angeles…>> replica dall’altra parte del filo Happy Hogan <<È
pronto a volare fin qui se serve e mi basta una telefonata per allertare Mike
ed Eddie.>>
-No, lascia stare per adesso. Mi è venuta
un’idea. È un azzardo, certo, ma potrebbe funzionare. Se fallisco tu e gli
altri Iron Men potrete intervenire, ma per ora lasciatemi agire da solo.
Dall’altro alto del filo si sente
chiaramente un mugugno, ma alla fine Happy Hogan acconsente.
Alla fine della telefonata Rhodey guarda lo
schermo nero del televisore. Sul suo volto un’espressione dura e risoluta. Fa
scorrere il pannello segreto posto su una delle pareti del suo ufficio e mette
allo scoperto l’armatura di War Machine.
Sei eroi si avventurano nel sistema fognario
della Grande Mela, a malapena illuminato da un ragno-segnale.
-Sei davvero sicura che l’accesso
sotterraneo non sia stato scoperto dai Signori del Male? – chiede Songbird – Se
hanno il controllo dei sistemi di sicurezza...
-Non tutte le entrate sotterranee sono
segnalate sulle mappe della Base. Una precauzione per casi del genere.
-Messa in atto quando eri a capo del gruppo,
senza ombra di dubbio – annuisce
-Sono addestrata ad essere una spia,
T’Challa. Non si può mai davvero chiudere con un modo di pensare. Può essere
spiacevole, ma torna utile.
-Non per interrompere questa profonda
discussione – li interrompe l’Uomo Ragno, che ovviamente sta camminando a testa
in giù – Ma come membro fondatore di questa Sporca Mezza Dozzina, non mi
dispiacerebbe sapere come avresti intenzione di liberare i Vendicatori prima
che i Signori del Male ci riducano a fettine.
-Ci inventeremo qualcosa. Dobbiamo solo
essere più rapidi e scaltri di loro – gli risponde Quicksilver.
-E questa sarebbe una battuta? Accidenti,
Quickie, sei proprio un caso disperato. A proposito, è da una vita che volevo
chiedertelo: ma quei ciuffi in testa sono naturali, o vai dallo stesso
parrucchiere del Gufo?
-Almeno io non mi vergogno di mostrare il
mio vero volto in pubblico – controbatte il mutante.
Songbird e
-Faranno sempre così per tutta la missione?
-Fino a quando non avranno un nemico contro
cui scatenare la propria tensione, temo proprio di sì – risponde l’Uomo Senza
Paura.
-Molto zen, cornetto!
Quicksilver sta per rispondere al commento
dell’Uomo Ragno, quando
-Silenzio; ho ricevuto una comunicazione
importante.
-Hey, chi è morto e ti ha nominato… – inizia
a lamentarsi l’arrampicamuri, zittito da un bavaglio di suono solido creato da
Songbird.
Pantera Nera estrae un dispositivo dalla
cintura, una sorta di monitor iperpiatto che srotola come un foglio di carta.
Preme alcuni comandi sul display, mostrando l’immagine di un agente dei servizi
segreti wakandani.
-Sire, monitorando le trasmissioni americane
abbiamo ricevuto delle immagini che riteniamo importanti per la sua missione
attuale.
-Grazie, M’Lee. Trasmettile immediatamente,
questo canale è sicuro.
Sono le immagini di un telegiornale
americano, senza il sonoro. Mostrano Capitan America passare indenne attraverso
lo scudo di similplastica sulla Base dei Vendicatori, che si ritrae al suo
passaggio come se fosse stato programmato per farlo.
Il filmato procede con
Capitan America non dice nulla, fissando
Zemo per quella che sembra un’eternità. Poi getta lo scudo ai suoi piedi, mette
le mani dietro la testa, e si inginocchia.
Una grossa scritta rossa in fondo allo
schermo recita: “ULTIME NOTIZIE: SCONFITTA DEI VENDICATORI, RESA DI CAPITAN
AMERICA”
Pantera Nera spegne lo schermo e lo ripone
nella propria cintura. Nessuno ha il coraggio di dire niente finché il bavaglio
sonico non scompare, e l’Uomo Ragno chiede incredulo.
-Sbaglio, o ho appena visto Capitan America
arrendersi?
-No – risponde con forza
CONTINUA
NOTE DEGLI AUTORI
Pochissime note, in verità e giusto per
aggiornarvi su alcune cosette che sarebbe utile che sapeste:
1) Quicksilver appare qui direttamente
dall’epilogo di Vendicatori Costa Ovest #16, da cui la scena d’apertura è
ripresa.
2)
3) I piani a cui si riferisce il Mandrillo sono
parte di una sottotrama che si sta svolgendo su Devil da diverso tempo e gli
alleati a cui si sta riferendo sono, oltre all’immancabile Nekra, il nemico di
Moon Knight chiamato Spettro Nero, l’ex politico ed ex aspirante signore del
crimine Abner Jonas. Il fato finale di questi signori si vedrà nei prossimi
numeri di Devil e Marvel Knights.
4) Devil e Pantera Nera appaiono qui
direttamente da Devil #46. Il Lupo Bianco a cui alludono i due eroi è il
fratello adottivo di T’Challa ed è coinvolto in un complotto di cui saprete di
più nei prossimi episodi di Devil.
5) A parte una loro recente apparizione su
Vendicatori Costa Ovest Annual #2, il Cavaliere Nero e Miss Marvel, sono reduci
da una lunga militanza nei Difensori ed è proprio durante la loro ultima
avventura con quel gruppo che la gamba di Carol Danvers è stata spezzata da
Darklady.
6) Mike, Eddie e Carl, a cui allude Happy Hogan
nella sua telefonata con Jim “Rhodey” Rhodes, sono l’ex poliziotto Mike
O’Brien, l’ex pugile Eddie March e l’ingegnere elettronico Carl Walker, tre
degli uomini che si alternano a Tony Stark nell’indossare l’armatura di Iron
Man.
E questo è tutto, almeno per stavolta. -_^
Carlo & Fabio
Nel prossimo numero: tutti i
Vendicatori sono uccisi dai Signori del Male. Non perdete “Jarvis, l’eroe più
potente della Terra”! O se non ci credete, leggete il prossimo numero
[1] Vedi al riguardo Marvel Knights #45.
[2] Accadde in Daredevil Vol 1° #109/112 (Devil, Corno #116/117-121/122-125).
[3] Come dettagliato nei recenti episodi di Capitan America MIT. -_^
[4] Leggete Capitan America per saperne di più.
[5] La gamba di Carol è stata rotta da Darklady in Difensori #64.
[6] Come visto in Devil il #45.
[7] In La guerra dei Mondi #2, culmine del primo, grande, crossover di Marvelit. -_^
[8] Nei leggendari Avengers Vol 1° #3 e 4 (Thor, Corno, #8/9).
[9] Come visto in Capitan America Annual #2.